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Stampa digitale a Treviso – Printmateria

La prima neve

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13 Aprile 2016
Un’altra produzione di Andrea Segre alla quale Printmateria ha partecipato con entusiasmo. Ambientato tra le montagne del Trentino il film è più attuale che mai e racconta una storia di immigrazione e di integrazione.
La prima neve è quella che tutti in valle aspettano. È quella che trasforma i colori, le forme, i contorni.
Dani però non ha mai visto la neve.
Dani è nato in Togo, ed è arrivato in Italia in fuga dalla guerra in Libia.
È ospite di una casa accoglienza a Pergine, paesino nelle montagne del Trentino, ai piedi della Val dei Mocheni. Ha una figlia di un anno, di cui però non riesce a occuparsi. C’è qualcosa che lo blocca. Un dolore profondo.

Dani viene invitato a lavorare nel laboratorio di Pietro, un vecchio falegname e apicoltore della Val dei Mocheni, che vive in un maso di montagna insieme alla nuora Elisa e al nipote Michele, un ragazzino di 10 anni la cui irrequietezza colpisce subito Dani. Il padre di Michele è morto da poco, lasciando un grande vuoto nella vita del ragazzino, che vive con conflitto e tensione il rapporto con la madre e cerca invece supporto e amicizia nello zio Fabio.

La neve prima o poi arriverà e non rimane molto tempo per riparare le arnie e raccogliere la legna. Un tempo breve e necessario, che permette a dolori e silenzi di diventare occasioni per capire e conoscere. Un tempo per lasciare che le foglie, gli alberi e i boschi si preparino a cambiare.
In quel tempo e in quei boschi, prima della neve, Dani e Michele potranno imparare ad ascoltarsi.La prima neve

Come nel mio primo film Io Sono Li, anche La prima neve è costruito nel dialogo costante tra regia documentaria e finzione, tra il rapporto denso e diretto con la realtà e la scelta di momenti più intimi costruiti con attenzione ai dettagli della messa in scena. Così è anche nel lavoro con gli attori: persone del luogo e attori professionisti interagiscono tra loro, in un processo di contaminazione tra realtà e recitazione. Con il privilegio, in questo secondo film, di aver finalmente potuto lavorare con l’energia e l’imprevedibilità di bambini e giovani ragazzi.Andrea Segre
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